FERRARI 342 AMERICA: NOBILE TRA LE NOBILI
Aggiornamento: 17 ott

Sono solo sei gli esemplari costruiti della vettura 342 America, strettissima parente della più performante Ferrari 340 America.
La Ferrari 342 America è una Gran Turismo realizzata in solo sei esemplari a partire dal 1952.
A cominciare dalla nomenclatura è evidente lo stretto legame che unisce la versione stradale e la Sport datata 1950.
Nel mezzo pochissimi esemplari resi un po’ più civili, la 340 America per l’appunto, voluti fortemente da Luigi Chinetti, storico importatore Ferrari per il mercato nordamericano, per omaggiare un pubblico sempre più florido e già stregato dal mito della Rossa.
Ulteriore punto di collegamento tra le due vetture i numeri di telaio: la 342 America, pur essendo una vettura stradale, presenta la cifra terminale di telaio pari, elemento tipico delle auto del Cavallino Rampante da competizione al quale viene aggiunto il suffisso AL che significa America Lungo.
Risulta quindi necessario fare un passo indietro e raccontare brevemente della Ferrari 340 America.
Come scritto in precedenza il modello nasce strizzando l’occhio al mercato nordamericano desideroso di un modello ad alte prestazioni. La base su cui si sviluppa la vettura è la medesima della 340 F1, monoposto che non ha mai partecipato a corse ufficiali del campionato mondiale ma che ha ben espresso il suo potenziale quando ha gareggiato, merito soprattutto del motore ideato dall’ingegner Lampredi, progetto fin da subito amato da Enzo Ferrari per le grandi potenzialità di sviluppo, e conosciuto tra gli appassionati anche come “blocco lungo”.
Prima applicazione su vetture stradali per questo leggendario propulsore da 4.100 litri, avente corsa e alesaggio di 80mm x 68mm e carter umido, oltre ad una trasmissione a cinque rapporti.
Nel palmares di questa automobile la prestigiosa vittoria alla Mille Miglia 1951 con l’equipaggio Villoresi-Cassani.
Nel passaggio dalla 340 alla 342 un appassionato del mondo Ferrari potrebbe ipotizzare un aumento di cilindrata, solitamente la cifra a Maranello indica la cilindrata unitaria, invece, altra anomalia, anche in questa evoluzione la cilindrata rimane di 4.100 cm3 nonostante si perdano 20 CV di potenza rispetto alle versioni da competizione.
Nota a margine, per il sesto esemplare dei sei costruiti, pur rimanendo ufficialmente una 342 America, la cilindrata è stata portata a 4.500 litri.
Le uniche sostanziali differenze tecniche consistono nell’utilizzo di un cambio a quattro marce sincronizzate e nel passo maggiorato, toccando quota 2.650mm. Inevitabile è l’aumento della massa a vuoto, ora la pesa segna 1200 Kg contro i 900 Kg della versione da corsa, ciò è dovuto sia alla maggior lunghezza, sia alle migliori finiture interne.
Tradizionali il telaio in tubi di acciaio, la carrozzeria in alluminio e i freni a tamburo, unica vera nota dolente dell’auto se si considera che è in grado di raggiungere i 186 Km/h e di coprire lo 0-100 in 6,3 secondi.
Gli interni, come naturale che sia su mezzi così elitari, seguono le richieste specifiche del cliente comunque sia è possibile ritrovare gli elementi salienti di un abitacolo Ferrari dei primi anni’50: volante dalla grande corona in legno con tre razze in metallo, pelle di qualità a profusione, sedili ben imbottiti con lo schienale retto che obbliga il pilota ad una posizione di guida un po’ affossata e due grandi strumenti circolari per la strumentazione, questi ultimi posto dietro lo sterzo oppure al centro del cruscotto.
Ruolo determinante lo giocano i materiali di pregio che sono in grado di far assaporare sensazioni lussuose ma discrete, senza ostentamenti e stravaganze.
Il primo esemplare, telaio #0246AL, è stato allestito da Pininfarina per il Salone di Ginevra 1953: l’autovettura piacque talmente tanto che i primi due clienti furono Re Leopoldo III del Belgio (telaio #0234 AL) il quale ordinò una cabriolet mentre il secondo acquirente fu Enzo Ferrari in persona, coupé su telaio #0242AL.
L’esemplare Pininfarina coupé #0240AL è l’unico con la tinta esterna rossa mentre il telaio #0248AL è la seconda cabriolet vestita dal carrozziere di Cambiano.
Le varianti Pininfarina sono caratterizzate dalla grande bocca ogivale presente sul frontale, rendendo subito riconoscibile la calandra con listelli cromati a trama rettangolare. Nel cofano motore è presente una doppia presa d’aria per permettere al grosso motore di respirare e sfogare l’aria calda. La fiancata non presenta inutili orpelli ma grazie ad un ottimo bilanciamento e proporzioni corrette risulta essere filante ed elegante senza eccessi, in una parola equilibrata.
Più complicato descrivere il posteriore dove le auto prendono fisonomie differenti, nonostante i soli cinque esemplari. Tendenzialmente le versioni cabriolet presentano una fanaleria costituita da un singolo elemento ovale per lato dallo stile molto classico mentre i fanali della coupè sono costituiti da due gemme ravvicinate tra loro.
Una paragrafo a parte lo merita la carrozzeria della vettura #0232AL, l’unica costruita dalla Vignale.
Cabriolet su disegno Michelotti era facilmente riconoscibile per la verniciatura bi-colore verde metallizzato e bianco oltre che per i fari posteriori sdoppiati e incassati. Anche gli interni in pelle riprendono la cromatura esterna. Battuta all’asta è stata restaurata integralmente e ora presenta una tinta blu abbinata a tela e sedute chiara. La calandra rispetto alle versioni Pininfarina è più squadrata.
Auto di questa tiratura e prestigio attirano sempre curiosi, appassionati e collezionisti. Dato l’esiguo numero è difficile trovare esemplari in vendita me nelle aste più recenti la quotazione ha superato i tre milioni di Euro.
SCHEDA TECNICA
Carrozzeria: Coupé, cabriolet, 2 posti
Posizione Motore: Anteriore
Trazione: Posteriore
Dimensione e Pesi
Ingombri (Lunghezza x Larghezza x Altezza in mm): n.d.
Carreggiata: Anteriore 1325 mm
Posteriore 1320 mm
Passo: 2650 mm
Massa a vuoto : 1200 Kg
Serbatoio: 105 litri
MOTORE
Cilindrata 4101,66 cm3
Tipo V12 60°, anteriore, longitudinale
Alesaggio e corsa 80 x 68 mm
Rapporto di compressione 8:1
Cilindrata unitaria: 341,80 cm3
Distribuzione: monoalbero, 2 valvole per clindro
Alimentazione: 3 carburatori Weber 40 DCF
MECCANICA
Potenza: 147 kW/ 200 CV a 5000 giri/minuto
Potenza Specifica: 49 CV/Lt (36 kW/Lt)
Coppia massima: 363 Nm a 3000 giri/min
Coppia specifica: 88 Nm/Lt
Accensione: mono, 2 spinterogeni
Lubrificazione: carter umido
Frizione: monodisco
Cambio: 4 rapporti + RM
TELAIO
Corpo Vettura: Tubolare in acciaio
Sospensioni anteriori: indipendenti, quadrilateri trasversali, balestra trasversale, ammortizzatori
idraulici
Sospensioni posteriori: ponte rigido, balestre semiellittiche longitudinali, ammortizzatori idraulici Freni: a tamburo
Sterzo: vite senza fine e settore
Pneumatici: anteriori 6.40 x 15, posteriori 6.00 x 15
Cerchi: 15”
PRESTAZIONI DICHIARATE
Velocità: 186 Km/h
Accelerazione: 0-100 Km/h in 6,3 secondi.