top of page

DINO 246 GTS, LA PICCOLA DI CASA SI SCOPRE.

Aggiornamento: 17 ott



Versione spider della piccola berlinetta centrale anche se a tutti gli effetti la configurazione è di tipo targa.

Presentata nel 1972, tre anni dopo la coupé, ha riscosso fin da subito un clamoroso successo, tanto da far diventare le spider-targa un classico delle sportive a motore centrale del Cavallino Rampante.


Il marchio Dino, nato nel 1969, si è rilevato strategico per Ferrari per una serie di ragioni: la Casa di Maranello entra nel mercato delle piccole sportive proponendo una vettura a sei cilindri senza snaturare la storia del Cavallino, l’azienda riesce ad omologare i propulsori stradali necessari per poter correre con gli stessi identici motori in Formula 2, la disposizione centrale del motore permette agli uomini di Maranello di sperimentare una nuova architettura senza tradire il credo del fondatore Enzo Ferrari, infine, romanticamente parlando, il Drake riesce ad omaggiare il figlio “Dino” Alfredo, scomparso nel 1956 per distrofia di Duchenne a solo 24 anni, nonché progettista del V6 a 65° montato proprio su questa piccola vettura.


Dopo tre anni dalla sua prima commercializzazione e una serie di piccoli e costanti aggornamenti, nel 1972 in Ferrari si decide di aggiungere a listino la versione aperta: la Dino 246 GTS. I numeri indicano cilindrata (2.400 litri) e numeri di cilindri (6) mentre la siglia GTS significa Gran Turismo Spider.


Non la classica scoperta, in versione spider o convertibile, bensì una configurazione di tipo targa con tetto rigido rimovibile, da riporre nel cofano posteriore.


La linea della Dino, e la GTS non fa eccezione, è rimasta praticamente immutata in tutto il suo ciclo produttivo merito anche delle sinuose e seducenti linee disegnato dal maestro Aldo Brovarone della Pininfarina, ispirata al prototipo Dino Berlinetta Speciale esposto a Parigi nel 1966.


Il corpo vettura piccolo e compatto trasmette agilità mentre i parafanghi, mordibi e avvolgenti, seducono l’occhio bilanciando in maniera armonica eleganza e sportività, come ci si aspetta da ogni Ferrari.

Feritoie disseminate qua e là, la caratteristica presa d’aria incavata sulla fiancata accentuano l’aggressività generale senza mai sfociare in cafoneria oppure in eccessi stilistici.

Seduta rasoterra, con posizione di guida simile alle sport prototipo dei tempi, immedesimano il guidatore appassionato a pilota provetto.


I più esperti, nella GTS, potranno riconoscere i piccoli dettagli esterni che distinguono la terza evoluzione della Dino 246, conosciuta anche come tipo 607 E, la quale si distingue dalla versione intermedia, tipo M, per le seguenti migliorie: paraurti più spigolosi, posizione di riposo del tergicristallo, nuovi cerchi Campagnolo, luce targa posteriore e il comando di aperture delle porte completano il canto del cigno di una delle berlinette di maggiore successo della Casa di Maranello.


Inoltre, la versione targa si distingue facilmente dalla sorellina chiusa per l’assenza della terza luce dopo il finestrino laterale, con un montante centrale più spesso e impreziosito da tre sfoghi d’aria verticali.


Internamente debuttano le sedute in stile “Daytona” con la trama della pelle che si ispira agli interni della celebre dodici cilindri realizzata a Maranello.



Il propulsore rimane una garanzia, un V6 a 65° di 2.418 cm3 con alessaggio e corsa pari a 92,5 mm per 60 mm, ma viene ulteriormente aggiornato: l’introduzione dei carburatori doppio corpo Weber DCN F/13 disposti al centro della V, il sistema di distribuzione e accensione elettronica fanno salire la potenza a 195 CV del motore 135 CS. In grado di percorrere lo 0-100 Km/h in 7,2 secondi e di raggiungere la velocità massima di 235 Km/h, la Dino 246 GTS si conquista una posizione di rilievo nel mondo delle piccole sportive dei primi anni ’70.


Il telaio 607 è tipicamente Ferrari, con struttura tubolare in acciaio, si distingue dal resto della gamma del Cavallino Rampante per la numerazione pari, tipica delle vetture da gara della Casa di Maranello.


Il successo della GTS è sorprendente e bastano pochi numeri per decretarne l’importanza all’interno del panorama Ferrari: delle 2.487 Dino 246 commercializzate tra il 1969 e il 1974 ben 1.274 sono scoperte, circa metà della produzione. Considerando l’introduzione sul mercato della versione GTS avvenuta solo nel 1972 questi numeri spiegano meglio di qualsiasi altra spiegazione il successo commerciale della baby Ferrari.

L’eredità della configurazione targa a Maranello verrà trasferita alla Gran Turismo a motore centrale di otto cilindri, dove le successive versioni spider-targa saranno la colonna portate della produzione Ferrari per circa un ventennio, ottenendo spesso risultato di vendita maggiori rispetto la coeva configurazione chiusa.


SCHEDA TECNICA

Carrozzeria: Spider, 2 posti.

Posizione Motore: Centrale-Posteriore

Trazione: Posteriore


Dimensione e Pesi

Ingombri (Lunghezza x Larghezza x Altezza in mm): 4235 × 1700 × 1135

Passo: 2340 mm

Carreggiata: Anteriore 1425 mm

Posteriore 1430 mm

Massa a vuoto : 1080 Kg

Serbatoio: 65 litri


MOTORE

Cilindrata 2419,20 cm3

Tipo v6 65° raffreddato ad acqua, posizione posteriore-trasversale

Alesaggio e corsa 92,5 x 60 mm

Basamento in ghisa e testate in lega leggera, rapporto di compressione 9:1

Distribuzione: bialbero, due valvole per cilindro

Alimentazione: 3 carburatori doppio corpo Weber 40 DCN F/13


MECCANICA

Potenza: 143 kW/ 195 CV a 7600 giri/minuto

Potenza Specifica: 81 CV/Lt e 93 nm/Lt

Coppia: 225 Nm a 5.500 giri/min

Accensione: mono, un spinterogeno

Impianto Elettrico 12 V

Lubrificazione: carter umido

Frizione: monodisco

Cambio: meccanico a 5 marce e RM, differenziale autobloccante


TELAIO

Corpo Vettura: traliccio di tubi a sezione ellittica e circolare

Sterzo: pignone e cremagliera

Sospensioni anteriori: ruote indipendenti, quadrilateri trasversali, barra stabilizzatrice, molle

elicoidali, ammortizzatori telescopici

Sospensioni posteriori: ruote indipendenti, quadrilateri trasversali, barra stabilizzatrice, molle

elicoidali, ammortizzatori telescopici

Freni anteriori: a disco ventilati (270 mm)

Freni posteriori: a disco ventilati (254 mm) con servofreno e ripartitore di frenata.

Pneumatici: anteriori 205/70 VR 14, posteriori 205/70 VR 14

Cerchi: 14”, realizzati in lega leggera


PRESTAZIONI DICHIARATE

Velocità: 235 Km/h

Accelerazione: 0–100 km/h in 7,2 secondi; 0-200 km/h in 31,6 secondi.

0-400 m: 15,3 secondi; 0-1000 m: 27,5 secondi.





bottom of page